Altro? Sì, il libretto delle istruzioni, grazie.

una cosa bella di Altro?: se vai da sola dopo l'orario di punta tipo dopo le 3 del pomeriggio, perché sei una della moltitudine dei "fuori orario", non fai la fila (ok il ristorante è chiuso, il resto no però), ti siedi dove vuoi e hai un tavolo tutto per te. Una cosa brutta? Non c'è il wifi.

Sono arrivata lunghissima con la mia visita al luogo del cibo più discusso dalle chiacchiere da bar degli ultimi mesi del 2014. Ma se ci penso, il titolo di "più discusso", l'anno passato, se lo sono contesi in tanti. Bologna e i bolognesi sono stati generosi di progetti, come vi ho ricordato lo scorso 31 dicembre, e sembrava che improvvisamente non si potesse fare altro che aprire un locale. Lo si è fatto per vari motivi: per trovare un'opportunità ai figli, per investire la buonuscita da un lavoro abbandonato, per darsi una nuova chance e far fruttare l'eredità della nonna, per realizzare finalmente il sogno della vita - che non era quello di lavorare come consulente finanziario, manager di una grande azienda, agente immobiliare o giornalista - perché lo stanno facendo in tanti e anch'io voglio provare l'ebbrezza che fa. Questo, però, è il tipico caso in cui il gioco non è bello finché è corto e quindi spero tanto che abbiate ponderato a lungo sul vostro business plan, perché spesso non tutti i cupcake vengono col tuppo giusto perché avete usato il lievito. Ecco che mi sono persa un'altra volta in un labirinto di riflessioni. Del resto sono la regina degli incisi che comunque offrono sovente le notizie più interessanti di un racconto, come le deviazioni improvvise che la vita ti offre. E poi, grazie ad alcune recenti scorribande solitarie in giro per la città in cerca di news, non ho potuto fare a meno di riflettere tanto. E tra i tavoloni di Altro?, che ho visitato più volte e con molta calma, ho avuto qualche intuizione.



Al Bar

Va bene anche adesso, 17 righe dopo, ma è il caso di spiegare cos'è quest'Altro?, che va rigorosamente scritto con il punto interrogativo perché è la domanda che secondo tradizione bolognese fanno i negozianti al cliente, che se vuole fare intendere che è a posto risponde semplicemente "altro" . Perché mi son resa conto, ieri per l'ennesima volta, che ci sono ancora tante persone che non ne hanno sentito parlare. O meglio: tutti conoscono il Mercato delle Erbe e il fatto che dentro sta succedendo un quarantotto. Ma se si va un po' più in profondità sull'argomento, si nota lo smarrimento sui volti. Perché il progetto del Mercato di via Ugo Bassi ha avuto una risonanza mediatica molto diversa dal suo compare Mercato di Mezzo, caduto sulla terra con una progettualità compatta, politicamente ed economicamente sostenuto da chi conta. Mi son resa conto di questa faccenda la settimana scorsa, quando, parlando con la mia dentista che ha lo studio in San Felice, né lei né i suoi assistenti sapevano di aver a due passi dal lavoro un nuovo posto pieno di possibilità. Perché è proprio questa la prima cosa da dire, il Mercato è attualmente pieno di avventure gastronomiche (molte altre in arrivo) e quella di Altro? è senz'altro la più articolata. Praticamente nell'ala destra del grande spazio con le bancarelle al centro - entrando da via Ugo Bassi - c'è questa piazza coperta del cibo che fino allo scorso 13 dicembre era presidiata solo dal signore delle mozzarelle, come lo chiamo io (che poi è la Via Lattea) e che dal giorno dopo si è popolata di altre esperienze che, come la miglior scenografia, compongono un quadro gastronomico perfetto a cornice di un'esposizione vintagista fatta di tavoli e seggiole e poltrone e lampade, che segnerà per sempre la fine del tempo della patina in città: dopo Altro? mi aspetto altro, stilisticamente parlando, dai nuovi posti bolognesi del cibo.


facciamo salotto?

Quindi, c'è il bar che si chiama "Al Bar", il ristorante che si chiama "La Cucina", l'Alimentari (non popolare come un alimentari, però) che vende pane, panini, taglieri, vino e birra, marmellate e conserve e ha anche un paio di tavolini per i fortunatissimi che riescono a conquistarli (purtroppo non ho capito se si può prenotare),l'ex Macelleria equina che in verità propone mangiarini vegani e vegetariani tra zuppe, piatti di verdure fresche o cotte, quiche, frittatine o parmigianine, yogurt e frutta fresca e il Forno che sforna pizza alla romana al taglio "secondo la tecnica di Giuliano Pediconi". A questo punto la faccenda più importante, quella del dove ci si siede e del come funziona con le ordinazioni, che non è intuitiva come un Mac, ma che qualcuno nelle vicinanze o un amico che c'è già stato vi saprà spiegare bene. Quindi: delimitata da separè-scaffali con piantine attorcigliate e segnalata da tavoli con tovaglie chiare a pois, c'è la zona del ristorante "La Cucina", quella dei tavolini da quattro persone che però son talmente vicini da sembrare solo un grande tavolo porzionato. Oltre quella "siepe" ci sono i tavoloni di legno partecipativi dove, chissà perché, ti senti più in intimità che sugli altri... E chi trova un posto qui - che all'ora di punta necessita di una vera strategia tipo o sei con un amico e uno dei due resta lì mentre l'altro si occupa del cibo, oppure sei costretto a socializzare e a chiedere a qualcuno di tenerti la sedia e il pezzetto di tavolo - può scegliere cosa mangiare nelle altre botteghe.


la macelleria equina oggi è un take away vegano

Beh, io ci ho messo una decina di giorni per arrivare a questa intesa. Durante le prime settimane di apertura era praticamente impossibile avvicinarsi ad Altro? e la sera, ancora oggi, se non altamente motivati, non è cosa. E io non sono così altamente motivata perché le chiacchiere non riesco a farle nel casino, che già di giorno è alto, anche quello acustico. La Bologna da bere non fa per me e nemmeno i cocktail a 11 euro. 
E comunque, ho iniziato ad affrontare Altro? un pezzo alla volta, con curiosità. Ho provato il ristorante e ho mangiato bene, un risotto al pesce squisito per quei 11/12 euro spesi con soddisfazione, poiché il piatto è abbondante. E pure l'amica che era con me è rimasta soddisfatta della sua insalata di pesce: due piatti, una bottiglietta d'acqua, coperto 26 euro, e un servizio non impeccabile ma simpatico e gentile. Ci sono, naturalmente, varie proposte tradizionali (i prezzi non sono popolari) come i tortellini in brodo a 12 euro (costano come al Diana), i passatelli a 9 euro, i tortelloni, le tagliatelle e le lasagne a 10 euro e poi hamburger o baccalà. 
insalata di pesce, sformati, quiche con scelta di due verdure e risotto al pesce

Seconda tappa è stata la pizza, piaciuta, poi un caffè al Bar dove vorrò prima o poi fare colazione e infine una quiche carote e zucchine ieri, al punto veg-take away, dove ci si può saziare velocemente con 5 euro mangiando una quiche con verdura di contorno a scelta o una zuppa o ancora un'insalata. Ecco, qui il servizio e la modalità non sono per tutti: ho notato gente un po' adirata dalla rigidità delle proposte che, sono "o così o così" (vuoi la quiche senza verdure e senza spendere 5 euro, che per un pezzo di quiche è tantino.... no, devi prendere tutto anche se vorresti solo quella cosina da mangiucchiare dopo una zuppa). Mi manca a questo punto l'Alimentari... ma ecco, ho tempo quando voglio. Il mondo Altro? mica finisce domani, no?

Altro? (Mercato delle Erbe, ala destra)
via Ugo Bassi 25
chiuso la domenica
La Cucina è aperta dalle 11,30 alle 15 e dalle 18,30 alle 22
prenotazioni allo 3510144191
Il bar è aperto dalle 7,30

Commenti

  1. Post pieno di stimoli e riflessioni ben ponderate.. ti adoro, ma questo già lo sai.
    Quello che non sai invece è che sto incominciando a diventare gelosa della Wanda in tutte le foto, leggo questi post e mi viene una malinconia pazzesca perché vorrei essere con voi a bighellonare e discutere di massimi sistemi del cazzeggio :)

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  2. Cara Veronic, come nel film "Stuck in love" a tavola con noi c'è sempre un posto sentimentalmente apparecchiato, perché si sa mai che arrivi quella matta!

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per me è importante sapere cosa ne pensate! grazie, Bea

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