Yoshi che ama la cottura alla piastra: un nuovo giapponese lungo la via Emilia


Ci sono due tipologie di sedute da Yoshi: una più occidentale e una più orientale: a ognuno la sua 
Regola numero uno: il buon critico di ristoranti non accetta mai gli inviti alle inaugurazioni. Regola numero due: figuriamoci poi gli inviti a cena per scoprire un ristorante aperto da poco. Ecco, io non sono un critico, piuttosto una criticona. Sono invece di sicuro una giornalista - lo attesta il tesserino da PRO conseguito grazie ai miei articoli stesi con la macchina da scrivere, no?-  che ama raccontare storie e che non sa resistere alle storie interessanti. O che reputa tali. Mi piace tantissimo "andare in missione segreta", per poter dire la mia senza pressioni, ed è ciò che faccio sempre. Ma ci sono delle volte in cui la curiosità di fare delle domande e ricevere delle notizie interessanti è talmente forte, che sì, allora accetto l'invito e m'intrattengo volentieri a far chiacchiere con un gestore o un cuoco. Questo per dire che, quando sabato scorso ho ricevuto una email che mi invitava ad "assaporare in un ristorante nuovo, luminoso, elegante, una cucina di qualità come quella di Parigi, Londra, New York", ci ho fatto un pensierino. Quando poi ho letto il nome del titolare,       Zheng Guangkai, ho pensato che dovevo assolutamente saperne di più. E ho accettato l'invito per la sera stessa.



Yoshi e il bancone che fa tanto sakura

La mia curiosità va certamente spiegata, perché è frutto di preconcetti e cliché che fanno parte della mia conoscenza o percezione delle cose. Cioè, intendo, a Bologna la maggior parte dei ristoranti giapponesi è avviata da cinesi. E noi, rispetto a questa consuetudine, siamo un po' molto prevenuti. Vorremmo dei ristoranti giapponesi aperti da ristoratori o cuochi giapponesi e già siamo meglio predisposti se il gestore è italiano. Quindi, ad esempio, Zushi ci piace e ci piaceva So Sushi, perché in effetti il nostro giudizio è generato da un processore automatico che misura l'originalità, ma è anche frutto del nostro gradimento del menu che ci sembra più "vero" (ognuno poi, la percentuale di verità la calcola a modo suo, perché ad esempio ha viaggiato e assaggiato giapponesi in varie parti del mondo o magari è stato in a Giappone) o della qualità e bontà del pesce. E poi questi menu di ristoranti cino-giapponesi sono in effetti molto più asiatici che jap, un mix indefinito. Beh, insomma, cosa mi ha tirato fuori la curiosità? Confesso: il fatto che un ristorante giapponese con gestione cinese avesse assoldato un ufficio stampa italiano per avere dei contatti con i giornali locali. Solitamente è il contrario: i cinesi, per la maggior parte, sono parecchio riservati e non ci tengono al contatto diretto con noi. Quindi ho pensato che la cosa fosse eccezionale. E in effetti la serata è stata interessantissima grazie alle chiacchiere fatte con Xia Hongxi, l'altro gestore originario di Zhejiang e cresciuto a Torino, che ha iniziato ad aprire ristoranti giapponesi nel 1995 e che ha sempre viaggiato il mondo per città e ristoranti, proprio per affinare la sua ricerca. E io e l'Adorabile abbiamo mangiato davvero molto bene in un'atmosfera delicata. Poi certo, non ho la verità in mano, non ho la certezza che questa sia la miglior cucina giapponese di Bologna, anche perché il pericolo lost in translation è parte del gioco. M chi può dirlo? Forse solo chi arriva dal Sol Levante. Io posso proporre qualche impressione che deriva dalle mie mangiate in qualche capitale del mondo (Londra, Berlino, Tokyo, Vancouver) e a casa di amiche (Chizu e Satomi), dalle mie papille gustative, dalla comparazione con altri menu in città e dalla lettura dei menu di qualche celebre ristorante di Londra o New York. 


dolcetti giapponesi, la visione di Yoshi lungo la via Emilia (lì, un tempo, c'era una banca), i granchi molli in tempura, l'insalata di mango e polpo, astice uramaki

Il menu della serata l'abbiamo fatto decidere a Hongxi e io, tra le cose che mi incuriosivano, ho chiesto un tempura con granchio molle (!!) e un'insalata mango, gamberi, polipo e cocco (un po' thai...) per chiudere la cena senza dolce... Abbiamo assaggiato una barchetta con sashimi (pesce senza riso), maki (riso con dentro un pezzettino di pesce o verdura arrotolato in un foglio di alga nori) e sushi (riso con sopra il pesce) eccellente. Poi è arrivato un piatto di riso alla piastra con calamari e gamberi (me ne sarei mangiata 2 di piatti, anche se nel programma della serata forse ce ne sarebbe stata bene giusto una ciotola per la sua gustosità totalmente umamosa) e in contemporanea i "Mei roll" dalla lista degli uramaki, ovvero fiori di zucca con ripieno di tartare di gambero, tonno scottato e sesamo al wasabi (il wasabi non lo amo ma qui era speciale). Da bere, per accompagnare il tutto, abbiamo scelto un Franciacorta Satèn Lantieri.
Per la prossima volta lascerò gli udon, i soba che sono di grano saraceno e una serie di piatti caldi (Yakimono) come il merluzzo alla piastra o un fritto come fiori di zucca ripieni di tartare di gambero. Ma lo sapete che c'è anche l'astice uramaki? E la presentazione è spettacolare...forse qui c'è proprio lo zampino della grande e massimalista cucina cinese.
Dopo questa serata ho pensato che il prossimo step sulla cucina giapponese o cinese, dovrebbe essere in città una trattoria con le specialità casalinghe di quelle terre, che offre quindi quei mangiarini più familiari che non si trovano mai sulle tavole del mondo, più interessate alle preparazioni didascaliche o al remix gourmet. Ma con Yoshi, lo chef e il sushi-man in cucina, siamo comunque in territorio protetto.

Yoshi
via Emilia levante 164
051546292
una cena va dai 20 ai 40 euro

Commenti

  1. purtroppo in un anno sono stato male due volte in ristoranti di massa pseudo giapponesi ma gesiti male da cinesi e ora solo vedere certi piatti mi da' la nausea....peccato

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  2. Certo che se ti da consigli Chizu allora sapremo se hanno salame o mortadella di prima qualità. Mai vista una Jap che ama così tanto questi salumi. Sto scherzando la conosco ma il salame e la mortadella le piacciono di più dei Uramaki

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  3. Certo che se ti da consigli Chizu allora sapremo se hanno salame o mortadella di prima qualità. Mai vista una Jap che ama così tanto questi salumi. Sto scherzando la conosco ma il salame e la mortadella le piacciono di più dei Uramaki

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