Il Banco del Vino is back! E ora si può prenotare.

com'è profonda la parete blu petrolio

E' venerdì. E come il famoso cane di Pavlov (che non citavo da un po' di anni) venerdì, sabato e domenica, ovvero il trittico weekend, scatta l'associazione con la spensieratezza e...la pizza! Tutta la manfrina di me che non amo moltissimo la pizza ma da quando sono arrivate in città alcune pizzerie light la mangio più volentieri, ve l'ho fatta brevissima e comunque i post sul blog -che tra un mesetto compie 8 anni- si sprecano. A questo proposito, arrestando per un attimo la mia già nota noia su tutto quel che di inutile apre a Bologna come se non ci fosse un passato, vi racconto del ritorno sulla scena del Banco del Vino, che, dopo più di un anno di assenza dalla città (anche due, se pensiamo al periodo giapponese) ha aperto in via Goito e adesso si può anche prenotare.




in primo piano la mia pizza, la Regina dell'Orto con verdure di stagione arrostite, carciofi all'olio extravergine, mozzarella fiordaliso e passata di pomodoro. Dietro la pizza di Ivana, la Napoli 2016, mozzarella di bufala, acciughe di Cetara, fiore di cappero, passata di pomodoro e basilico (entrambe 10 euro). 

Lunga storia quella del Banco del Vino. E ancor più lunga la storia di Maurizio Marchetti e Manuel Geremia nel mondo della ristorazione. Di certo, nel panorama contemporaneo dell'imprenditoria improvvisata, questo dinamico due rappresenta un'eccezione. Tanti bar avviati e portati avanti con professionalità e creatività (anche stoicismo) e poi il Banco in via Mentana dove ora c'è il Jukebox, seguito dalla Pescheria San Gervasio. Esperienza su esperienza fino a quello che potrebbe essere la destinazione finale di un cammino. Ma...mai dire mai, i nostri son figli di una fantasia irrequieta, generata pare, da quel nomadismo domiciliare che fa bene, se porta ad altro più alto. In questo caso il viaggio è valso un nuovo locale molto più grande, con un forno epico che ti vien voglia di accarezzare. Di abbracciare. E mi consolo, non potendolo fare, perché il suo compito è in verità quello di sfornare pizze poetiche dalla lunga lievitazione. Undici varianti di quelle che ci han resi dipendenti in passato. Con ingredienti pochi ma buoni (burrata, culatello arrosto, carciofi all'olio, verdure di stagione, provola, acciughe di Cetara, fiore di cappero, pesto genovese, salsiccia artigianale).

le tre lampade e il forno
La novità della grandeur, come dicevo sopra, è che adesso si può prenotare. Un concetto impossibile prima, in un posto piccolino governato da altre leggi. Si assapora subito, ancor prima della pizza, la rilassatezza. Lo spazio che c'è, che allenta la pressione, che fa camminare bene i proprietari e i clienti, che fa fare belle foto. Il nostro posto preferito - sono andata a mangiare con Ivana un sabato a mezzogiorno, unico pranzo possibile per ora- è il tavolo alto accanto alla vetrata. Lì puoi spiare la gente nel dì di festa, dare un'occhiata agli altri esercizi lì attorno, filosofeggiare e far foto alle pizze con la luce migliore possibile. Mangiare è più bello, anche se non c'è il sole. Ma per una foto "firma", ci sembrava più coinvolgente la parete blu petrolio che osserva il traffico di pizze preparate dal pizzaiolo Giovanni Bacchitta, birre, vini (portati a casa da viaggi e visite inseguendo i vignaioli preferiti) e dolcetti, quelli di Margherita, regina delle torte casalinghe al Banco del Vino.

Banco del Vino
via Goito 3g
051 262808

Commenti

  1. in effetti quella parete è perfetta per i set :-)
    (bbbona la napoli 2016!!!)

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  2. Interessante! Da provare! Ma invece per i prezzi...entrambe 10 euro..lascia intendere che due pizze costano 10 euro..invece mi sa che non è così giusto..?(anche se così dovrebbe essere.. più o meno)

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    Risposte
    1. l'una 10 euro Mary!!! credo che nemmeno da un lurido qualsiasi le pizze basic costino 5 euro :D e qui siamo in territorio supergourmet. quindi: 10 euro l'una.

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  3. beh non esageriamo, ci sono dei luridi con le basic a 5 euro!

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